di George Arthur Akerlof e Robert J. Shiller, edito da Rizzoli
Il filo conduttore del libro di George Arthur Akerlof e Robert J. Shiller è il concetto che l’approccio adottato dalla maggior parte degli economisti per spiegare i modelli economici e gli andamenti finanziari è del tutto sbagliato perché esclude totalmente “gli spiriti animali”, ossia quei comportamenti che spingono l’individuo ad intraprendere un’iniziativa sia essa economica o imprenditoriale trovando come motivazione prevalente l’intuizione e l’emotività piuttosto che calcoli razionali. Nonostante dunque si cerchi di racchiuderla all’interno di schemi prefissati, l’economia sfugge dai modelli matematici, perché è condizionata dalla natura umana e dalla sua complessa psicologia.
Partendo dall’analisi di queste affermazioni, dimostrate dagli studi di Keynes dopo la Grande Depressione del 1929, gli autori prendono in esame cinque “spiriti animali”: la fiducia, la responsabilità etica e la corruzione, le illusioni legate al denaro e le “narrazioni”. In realtà gli “spiriti animali” sono ben più numerosi e si presentano spesso “mischiati” tra loro. E’ sempre difficile stabilire se su un comportamento economico incida in maniera determinante questo o quello spirito animale. Secondo gli autori, sono questi i condizionamenti fondamentali della natura umana che possono condurre alla crisi, ma che allo stesso tempo possono aiutare ad uscirne.
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